L’enoteca «Ferrari» cambia marchio e, da un paio di giorni, è per tutti il «ristorante che fa lo sconto ai bambini educati». Anche il Times di Londra ha messo un corrispondente sulle piste di Antonio Ferrari, quarantenne titolare dell’elegante enoteca con cucina nel cuore di Padova. Ieri, all’ora di pranzo, Antonio gestiva da top player il flusso dei famelici cronisti. Preciso, gentile, sorridente. L’onda mediatica è come il Natale: quando arriva arriva e bisogna saperla cavalcare: «Stasera, per San Valentino, faremo lo sconto alle coppie belle, così potranno dire che discriminiamo i brutti…».
Un passo indietro, per capire. «Domenica, a pranzo, abbiamo fatto 13 euro di sconto, il cinque per cento sul totale, a due coppie con sei bambini. Abbiamo avuto il piacere di avere finalmente al nostro tavolo bambini così piacevoli ed educati». L’idea del «conto educativo» il titolare del Ferrari l’ha importata dall’America. «In un ristorante di Miami, sei mesi fa, ho trovato la voce “bambini educati” nello scontrino. Non conoscevo i clienti di domenica, non mi pareva opportuno presentarmi al tavolo e motivare la riduzione di persona. Abbiamo deciso di inserirlo nello scontrino, avevamo predisposto un tasto che è stato utilizzato per la prima volta».
La doppia coppia non ha commentato, ma pare aver gradito: «La mancia per il personale è stata doppia rispetto allo sconto», racconta Antonio. Tutto è bene quel che finisce (e prosegue) bene, direbbe il saggio. Ma siamo in Italia e qualche problema con la gestione del linguaggio e delle emozioni – rabbia e rancore su tutti – applicate ai social lo abbiamo. «Ci hanno criticato perché ci siamo permessi di dire educato ad un bimbo, lo sconto il bambino maleducato non lo può avere, quindi ho fatto una discriminazione. Ma noi non aumentiamo nulla a nessuno, facciamo lo sconto a qualcuno…».
Sia come sia, il «ridotto ai bravi bambini» si avvia a diventare una pratica (certo, bisogna trovarli), forse non solo al Ferrari. Un paio di giorni fa, Filippo Segato, direttore padovano dell’Associazione pubblici esercizi, si augurava che Antonio fosse un precursore. Ieri è toccato al direttore veneto di Confesercenti aprire uno scudo alle critiche. «Non ci vedo nulla di strano – le parole di Maurizio Franceschi -. Un gestore ha il diritto di fare lo sconto a chi vuole, a chi gli è simpatico, a un personaggio noto… Se poi è anche bravo a farne uno strumento di marketing, meglio per lui. Nulla da eccepire».
Un like anche dalla politica. «Credo che l’educazione nei luoghi pubblici sia qualcosa che va sottolineato in positivo», dice Manuela Lanzarin, assessore regionale al Sociale. «Il punto è che i bambini al ristorante non devono disturbare e se lo fanno i genitori devono portarli a fare un giro fuori, comunque calmarli», dice Erminio Alajmo. Il padre fondatore del gruppo familiare che significa «Calandre» e «Montecchia» la fa cortissima: «E’ solo questione di buon senso».
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